La vasta notte
Non è ora altra cosa
Che una fragranza
Jorge Luis Borges
The vast night.
Now there’s nothing else
but fragrance.
Jorge Luis Borges
Ciò che di me sapeste
non fu che la scialbatura,
la tonaca che riveste
la nostra umana ventura.
Ed era forse oltre il telo
l’azzurro tranquillo;
vietava il limpido cielo
solo un sigillo.
O vero c’era il falòtico
mutarsi della mia vita,
lo schiudersi d’un’ignita
zolla che mai vedrò.
Restò così questa scorza
la vera mia sostanza;
il fuoco che non si smorza
per me si chiamò: l’ignoranza.
Se un’ombra scorgete, non è
un’ombra – ma quella io sono.
Potessi spiccarla da me,
offrirvela in dono.
Forse un mattino andando in un’aria di vetro (Eugenio Montale)
Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Maybe one morning, walking in dry, glassy air,
I’ll turn, and see the miracle occur:
nothing at my back, the void
behind me, with a drunkard’s terror.
then, as if on a screen, trees houses hills
will suddenly collect for the usual illusion.
But it will be too late; and I’ll walk on silent
among the men who don’t look back, with my secret.
Qui ti amo.
Negli oscuri pini si districa il vento.
Brilla la luna sulle acque erranti.
Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.La nebbia si scioglie in figure danzanti.
Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
A volte una vela. Alte, alte stelle.O la croce nera di una nave.
Solo.
A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
Suona, risuona il mare lontano.
Questo è un porto.
Qui ti amo.Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
che corrono per il mare verso dove non giungono.
Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
I moli sono più tristi quando attracca la sera.La mia vita s’affatica invano affamata.
Amo ciò che non ho. Tu sei cosi distante.
La mia noia combatte con i lenti crepuscoli.
Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
La luna fa girare la sua pellicola di sogno.Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
E poiché io ti amo, i pini nel vento
vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.
Pablo Neruda
Here I love you.
In the dark pines the wind disentangles itself.
The moon glows like phosphorous on the vagrant waters.
Days, all one kind, go chasing each other.The snow unfurls in dancing figures.
A silver gull slips down from the west.
Sometimes a sail. High, high stars.
Oh the black cross of a ship.
Alone.Sometimes I get up early and even my soul is wet.
Far away the sea sounds and resounds.
This is a port.Here I love you.
Here I love you and the horizon hides you in vain.
I love you still among these cold things.
Sometimes my kisses go on those heavy vessels
that cross the sea towards no arrival.
I see myself forgotten like those old anchors.The piers sadden when the afternoon moors there.
My life grows tired, hungry to no purpose.
I love what I do not have. You are so far.
My loathing wrestles with the slow twilights.
But night comes and starts to sing to me.The moon turns its clockwork dream.
The biggest stars look at me with your eyes.
And as I love you, the pines in the wind
want to sing your name with their leaves of wire.
Pablo Neruda
Meteoriti impazziti che si schianto sulla terra, papi che si dimettono, donne uccise per un nonnulla. Un mondo alla rovescia, comunque interessante nella sua tragicità.
Crazy meteorites that crashed on earth, popes who resign, women killed for nothing. A world turned upside down, still interesting in its tragedy.